Situata nel centro storico di Asti, all’interno di uno splendido palazzo del Duecento - perfettamente conservato e posto sotto tutela dalla Soprintendenza - l’Osteria Il Podestà è, senza alcun dubbio, uno dei migliori ristoranti della città, di tutta la provincia e di tutto il Basso Piemonte. Un ambiente eccezionale - fatto di volte con i mattoni a vista, un’illuminazione perfettamente studiata, arredi moderni e funzionali inseriti in un contesto signorile e austero - accoglie i clienti, che restano senza fiato appena varcano la porta e scendono la rampa di scale che conduce alla sala da pranzo. Il resto, lo fanno i piatti cucinati qui dentro, che sono assolutamente d’eccellenza e che declinano, in tutte le sue forme, la cucina tipica piemontese, sia di ieri che di oggi. Alla guida del Podestà, che si definisce “osteria con vini e cucina” ma è, a tutti gli effetti, un ristorante di assoluto livello, c’è Bruno Violato, che proviene da una famiglia di ristoratori e che ha deciso di proseguire il mestiere di famiglia dopo una prima parte di carriera lavorativa in cui ha fatto il dirigente per una prestigiosa azienda tessile. Violato, oltre che grande esperto di gastronomia e di ristorazione, è anche sommelier professionista ed è assai impegnato dal punto di vista associativo: è presidente dell’Associazione Albergatori e Ristoratori di Asti, oltre che fiduciario per la città della Fondazione Italiana Sommelier Bibenda e, ancora, rappresentante provinciale della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. Personaggio molto noto e stimato, ha saputo portare al Podestà - che guida con maestria da sette anni insieme al suo validissimo staff - i suoi gusti, la sua filosofia della buona tavola, il suo omaggio alla cucina di una volta. L’Osteria Il Podestà, seguendo anche la storicità ispirata dal suo nome, si concentra sulla cucina tradizionale piemontese, monferrina in particolare, con una particolare predilezione per le ricette di un tempo, piatti che sono stati riscoperti da antichi manuali e che vengono riproposti con un gusto immutato e con una grande passione. Ecco quindi, inseriti nel menu, gli Agnolotti al Plin Ubriachi alla Barbera d'Asti; l’Ossobuco di Vitello Piemontese al ristretto di Cortese con Cipolline di Ivrea caramellate all'aceto balsamico; il Fritto Misto alla Piemontese; la Bagna Cauda. E poi, sempre dalla grande tradizione del Piemonte, ecco il vitello tonnato, la tartare, la faraona e il filetto di Fassona, passando poi per quelle proposte legate alla stagionalità. Due su tutte: i funghi e il tartufo d’Alba. È proprio nei piatti ingiustamente “messi da parte” che l’Osteria Podestà tocca le sue punte d’eccellenza, cercando di andare orgogliosamente controcorrente, rispetto alle nuove tendenze della ristorazione. E riuscendo, in tutti i casi, a stupire, a meravigliare, a lasciare estasiati. Ottima pure la carta dei dolci, tutti rigorosamente artigianali: spiccano il Tiramisù al Moscato d’Asti e la Mousse di Castagne con crema di cioccolato bianco al Rum e Crumble di pasta di Meliga. Cantina dei vini da dieci e lode: alle centocinque etichette di Barbera d’Asti, si affiancano tantissimi altri vini della grande tradizione piemontese, noti e meno noti, oltre che una discreta selezione dalle altre regioni italiane. In tutto, fanno oltre cinquecentodieci etichette. Ce n’è veramente per tutti i gusti e per tutte le tasche. Il nome è perfettamente azzeccato, insomma: per un pranzo e una cena da re, ad Asti bisogna andare dal Podestà.