Vince la 57° edizione del Festival di Sanremo con il brano "Ti regalerò una rosa". Stiamo parlando di Simone Cristicchi, classe 1977, romano, cresciuto nel popoloso e popolare quartiere Tuscolano, nei pressi di Cinecittà.
Si fa conoscere dal grande pubblico grazie al tormentone "Vorrei cantare come Biagio Antonacci", ma già nel primo album, "Fabbricante di canzoni", del 2005, emerge la sua anima intima, poetica, osservatrice attenta dei sentimenti. Per fare questo lavoro Cristicchi attinge dal folk, dal rap, dallo swing, dalle radio. "Ho una conoscenza musicale molto vasta - spiega Cristicchi - con gli anni, insieme ai capelli, è cresciuto un amore autentico per la canzone d'autore, non solo italiana, oltre a Franco Battiato, Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Lucio Battisti, Sergio Endrigo, Paolo Conte, Fabrizio De Andre', Vinicio Capossela, da ragazzino ascoltavo Nick Drake, Jeff Buckley e Syd Barrett inquieta anima dei primi Pink Floyd".
Ma veniamo all'oggi. Con la sua canzone Cristicchi fa trionfare a Sanremo un testo impegnato. "Ti regalerò una rosa" è un brano dedicato a chi soffre di disturbi mentali, a chi ha vissuto in un manicomio. Nella sua esibizione ha creato uno spazio per il cosiddetto "teatro canzone", dove tutta la scena è coinvolta, dove si recita e non si pensa troppo al discorso radiofonico. Così Cristicchi pone una sedia sul palco, ci sale sopra e finge di volare in una semplicità dolorosa e commovente. Non è una canzone a effetto quella di Simone Cristicchi, non è il brano impegnato confezionato per fare bella figura all'Ariston. Simone sull'argomento ha una conoscenza profonda e scrupolosa. "Ho scoperto l'affascinante mondo dei cosiddetti "matti" - ha spiegato nei giorni del Festival - grazie ad alcune esperienze avute nei manicomi di Roma, Volterra, Siena, Genova e Cogoleto. In questi luoghi ho imparato l'arte di ascoltare, ho sperimentato altre forme di comunicazione, fatte di sguardi e parole non dette. Ho celebrato queste persone straordinarie nel mio spettacolo, in modo che le loro storie non venissero dimenticate ma, al contrario, prendessero vita ogni sera sul palco insieme a me". La vittoria a Sanremo sarà celebrata con il suo secondo album "Dall'altra parte del cancello". Undici brani tra cui "Lettera da Volterra", in duetto con Giovanni Allevi. Sarà disponibile anche un'edizione speciale CD+DVD, con il documentario realizzato da Cristicchi.
"Questo successo lo dedico - racconta Simone - senza dubbio ad Antonio (ndr il protagonista della canzone), a tutti quelli che sono nella sua stessa situazione e alle famiglie di queste persone che vivono quotidianamente nelle difficoltà. Spero che anche loro possano avere una voce e una dignità. Auguro una vita migliore a tutti loro". E' entusiasta e quasi sorpreso per l'affetto e l'attenzione con cui il pubblico l'ha seguito. "I luoghi comuni - ci dice - vanno spesso contro la musica. Questo Sanremo ha dimostrato invece che la gente è molto attenta. In tanti - confessa Cristicchi - dicevano che la mia non era una canzone per Sanremo. L'impatto con la gente invece è stato ottimo, il finale del brano (ndr "Ti lascio questa lettera, adesso devo andare, perdona la calligrafia da prima elementare, e ti stupisci che io provi ancora un'emozione? Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare") ha colpito tutti, c'è stata grande solidarietà, il brano è stato recepito dalla maggioranza". Questa è la dimostrazione che anche canzoni con temi duri possono avere l'appoggio di una vasta platea." E ora che ha trionfato al Festival di Saremo, vorrà ancora cantare come Biagio Antonacci?
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